Premessa
Il governo della città che abbiamo in mente vuole amministrare in maniera condivisa, in un rapporto continuativo con le persone, favorisce la partecipazione, lo scambio delle esperienze, la possibilità di esprimere bisogni, proposte, desideri. Progetti piccoli, grandi o faraonici che provengano dal sindaco di turno non cambiano nulla se non sono partecipati. Credere nella partecipazione presuppone di non avere paura del confronto, perché solo imparando a confrontarsi con nuovi punti di vista è possibile agire davvero il cambiamento.

Strumenti di partecipazione
In un tempo in cui i social network e l’associazionismo sono molto diffusi, è apparso ed è molto condiviso il pensiero che la relazione “leggera” che l’amministrazione comunale intrattiene con essi e attraverso di essi sia la modalità più semplice e risolutiva per intercettare istanze, interessi, problemi, portarli alla luce e affrontarli in maniera rapida e indolore. È vero, la possibilità per il cittadino di rivolgere istanze all’amministratore collegato via Facebook, nonché per l’associazione di richiedere contributi e collaborazione per la realizzazione di progetti di interesse pubblico, sono in entrambi i casi modalità più o meno snelle per raggiungere gli obiettivi auspicati. Esiste tuttavia la possibilità – e sarebbe scellerato perseverare ancora nel non farne uso – di ridare vita ai consigli circoscrizionali, che il Comune di Gorizia ha abolito 10 anni fa nonostante la Legge regionale 1/2011 avesse rimediato alla loro soppressione imposta dalla Legge finanziaria 2008 (L. 244/2007). Si tratta di articolazioni del Comune a rappresentanza generale, organismi elettivi “di partecipazione e di decentramento”, come recita l’art. 39 dello Statuto comunale, tuttora in vigore. Il compito di raccordo con l’amministrazione comunale nel rappresentare le esigenze della popolazione e del territorio di riferimento, il compito consultivo e quello propositivo evidenziano già da soli la straordinaria importanza ed unicità di questa istituzione, ma è nella promozione della partecipazione che il ruolo del decentramento assume un valore assoluto e centrale. La disaffezione alla politica affievolisce la democrazia. Riavvicinare i cittadini alle scelte che li coinvolgono direttamente migliora la qualità delle politiche pubbliche, dei servizi offerti, delle infrastrutture e reti a disposizione della cittadinanza. È proprio il sentirsi ascoltati a generare un circolo virtuoso per cui aumenta anche la fiducia nei confronti delle istituzioni.
Del resto, nonostante fossero stati aboliti e considerati da molti un costo inutile, i cosiddetti “parlamentini” sono stati una grande scuola politica e di capacità di condividere, pur nella naturale dialettica tra persone e appartenenze politiche, l’attenzione ai bisogni concreti delle persone. Il compito di fare da raccordo tra le criticità e le esigenze del territorio e gli uffici e l’amministrazione comunale, si sono accompagnati alla realizzazione di un’attività culturale di alto livello, capace di coagulare saperi e senso di appartenenza alla propria identità. In tempi recentissimi, il caso della passerella di Straccis-Piedimonte è esemplare di cosa accade quando manca qualsiasi raccordo tra l’amministrazione e la popolazione: chiusa per un anno, gli amministratori non hanno mai sentito l’esigenza (il dovere) di incontrare e confrontarsi con la popolazione per spiegare le ragioni della chiusura, i tempi e gli interventi previsti, e per rispondere con interventi tesi a sopperire ai disagi di chi non possiede un’auto propria e si sposta in bicicletta o con i mezzi pubblici.
Amministrazione condivisa

L’energia del cambiamento che viene “dal basso” è sostanza della comunità, che trova più facilmente nella dimensione piccola del quartiere la capacità di riconoscersi e di agire, divenendo luogo di incubazione e declinazione di forme di democrazia deliberativa, di cittadinanza attiva, di co-decisione.
Il nostro modello di città partecipata parte da qui
- La città dei 15 minuti. Senza più contrapposizione tra centro e periferia, non più dormitorio, il quartiere diventa comunità che cura e si cura, in cui trovare, in pochi minuti a piedi, negozi, farmacia, giardini, servizi di prossimità, centri di aggregazione. E soprattutto dove incontrare ed incontrarsi, per sentirsi protagonisti partecipi della comunità e spezzare le catene della solitudine e dell’isolamento.
- Riattivare gli Istituti di Partecipazione e decentramento previsti dallo Statuto
comunale e promuoverne di nuovi: istituti di partecipazione popolare, consigli
circoscrizionali, assemblee di quartiere, in cui sfruttare le competenze locali per
comprendere bisogni, definire proposte. - Trasparenza dell’azione amministrativa. Sul sito del Comune inserire uno spazio in cui poter presentare segnalazioni ma anche poter seguire l’iter delle risposte e delle azioni successive.
- Patti di collaborazione. Riconoscimento dell’attivismo civico o cittadinanza attiva come esercizio di poteri e responsabilità dei cittadini. Attività culturali, verde urbano, gestione dei rifiuti sono solo alcuni dei temi attraverso cui il Comune e i cittadini attivi possono concordare l’ambito degli interventi di cura, rigenerazione e gestione condivisa dei beni e servizi pubblici. Mettere in rete realtà ed esperienze di singoli, gruppi e associazioni per permettere lo scambio di buone pratiche – copiando ciò che viene realizzato anche in realtà differenti e lontane – ed il consolidamento e valorizzazione di competenze e capacità. Adozione del regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani.
- Mappatura e coordinamento di tutte le associazioni, anche in chiave transfrontaliera. Il Comune promuove e coordina consulte delle associazioni, al fine della co-progettazione e gestione partecipata dei beni e servizi pubblici.
- Bilancio partecipato e di genere. I cittadini non esauriscono la capacità decisionale e partecipativa al momento del voto, ma intervengono con valutazioni, proposte e progetti nella redazione del bilancio comunale, mediante le istituzioni sopraccitate: consigli di quartiere e assemblee di quartiere sono i luoghi in cui le proposte si confrontano con l’amministrazione, la quale mantiene il contatto anche al fine di rendicontare la gestione della spesa pubblica, alzando in tal modo il livello della credibilità, della fiducia, dell’interesse e della partecipazione.
- L’attenzione è a 360° per scardinare schemi mentali: tematiche di genere, gruppi vulnerabili (dai bambini agli anziani, passando per i portatori delle molteplici tipologie di disabilità e caregiver), minoranze etniche e linguistiche. L’inclusione, a partire dai più fragili, garantisce di poter rivolgere attenzione e servizi davvero per tutti.